“Una birra alla spina, per piacere!” Quante volte l’avete domandato al vostro barista di fiducia? Sicuramente tantissime, ma sapete perché si usa questo modo di dire? Questa espressione indica la modalità di servizio della vostra bionda o rossa che sia e, più precisamente, la botte in cui viene tenuta al fresco la bevanda, collegata direttamente alla spillatrice presente sul bancone del bar.
Ma conosciamo quindi meglio cosa si cela dietro la frase “birra alla spina”. 3,2,1 andiamo!
La spina rappresenta l’elemento esterno verso cui la birra risale, grazie a un tubo che viene collegato al foro della botte. In questo modo, la birra può essere versata dal barile, direttamente nel bicchiere, garantendo un gusto ottimo a tutti gli intenditori. Perché la birra alla spina sia perfetta, dovete tenere il boccale leggermente inclinato al di sotto della spillatrice. Solo così, bionda o rossa, potranno scendere più fluide e senza interruzioni, aumentando al palato l’intensità degli aromi.
La spillatrice esterna si chiama spina proprio perché è lunga e sottile. Una curiosità è poi l’evoluzione della spillatura a spina, visto che a fine Ottocento la birra era conservata in grandi barili di legno che utilizzavano il sistema della gravità. Solo successivamente, in Inghilterra iniziò a essere utilizzata una pompa a pistone per la risalita della bevanda posta in un luogo fresco, solitamente sotto il bancone.
Possiamo quindi dire che, perché una birra sia buona, va servita bene (vi ricordate? Ne avevamo parlato anche in questo articolo). Non è solo questione di eleganza o di tecnica, ma proprio di sapore. Una birra che non è abbastanza fredda o lo è troppo, una che non ha schiuma o ne ha troppa, beh… non è la stessa cosa. Ecco perché è bene saperla spillare anche dalla bottiglia. Non è affatto difficile ma vi serve imparare le mosse giuste:
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